Due considerazioni. La prima sull’intervento di Paolo Gatto: chi affronta il concorso in magistratura non è certo colui che ha scelto di iscriversi a giurisprudenza in via, diciamo, residuale, anzi, sono quelli più motivati ( specie ora che è diventato un concorso di secondo livello). La seconda considerazione è in realtà una citazione di un articolo: “L’ Oua, come del resto il Consiglio, è contraria pure alla figura dell’ avvocato-dipendente. Maurizio Di Tilla, presidente dell’ organismo: «L’ avvocato-dipendente non è un libero professionista. Dipende da uno studio, segue la logica dello studio. Non può essere nel “libero foro”».” Che dire, oltre al fatto che per l’ennesima volta le associazioni di categoria mostrano di vivere su un altro pianeta?
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